Eremo e Piazza

L’EREMO
 

L’eremo è un luogo deserto, disabitato e silenzioso. Sia un eremo la casa in cui religiosi ed oblati vivono, lontano dal frastuono dei grossi centri abitati, ma….vicino alla gente. Ci sia sempre un podere idoneo al numero dei fratelli che vi vivono, in cui si allevino animali da pascolo e si coltivi la “nostra madre terra”. L’ambiente sia sereno e massimamente silenzioso. Non manchi mai, però, la gioia della fraternità e si alterni al salmodiare liturgico il salmodiare della nostra fraterna letizia.

 

L’eremo é una vocazione comune anche ai secolari, inteso appunto come spazio deserto e intimo nel nostro cuore per accogliere Dio, come vita vissuta nel nascondimento, nella preghiera e nell’umiltà. I secolari vivano dunque il loro eremo nelle città, nei luoghi rumorosi e dispersi, dove spesso sono costretti a vivere. Ma facciano anche “rifornimento” nei luoghi della vita comune dove, oltre che riposare lo spirito e la mente, possono vivere l’esperienza “insostituibile” della fraternità. I secolari partecipino più che possono alla vita liturgica e fraterna delle case di Vita Comune.

Tutti i fratelli, ma in particolare i fratelli religiosi, alternino come “Marta e Maria” il deserto alla vita attiva, l’eremo alla piazza. Questo certamente non sarà facile per i secolari e per le famiglie; ciascuno perciò viva questo equilibrio come meglio gli è possibile.

 

LA PIAZZA

 Inondati dell’Amore infinito che il Signore ci dà nel deserto, apriamo poi le porte del nostro eremo a tutti i fratelli e gridiamo questo amore a tutte le genti, spargiamo il seme della Sua Parola, instancabilmente, su tutte le vie e le piazze che percorreranno i nostri piedi e i nostri cuori. 

 “Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio del cacciatore. Il laccio si è spezzato e noi siamo scampati”.

Annunciamo con forza la grandezza dell’amore di Dio. Noi ne abbiamo fatto esperienza. Eravamo morti ed Egli ci ha ridonato la vita. Ci ha salvati! Annunciamo a tutti gli uomini che Dio vuole salvare, renderci la vita che non sapevamo di aver perduto. Gridiamo la gioia di vivere con Cristo in Dio. Gridiamolo, perché spesso l’uomo non lo sa. Dorme? Ebbene, svegliamolo dal sonno e annunciamogli che l’alba nuova ha un lieto annuncio: il Regno di Dio è per tutti ed è in mezzo a noi. Noi stessi ne siamo cittadini. Annunciamo agli uomini tristi che c’è un Dio che consola; agli affamati che Dio si è fatto cibo; agli affaticati, agli oppressi, che Dio ristora. Annunciamolo ai disperati e gridiamo: “Fratello, c’è speranza; io l’ho trovata”. Ai cultori della morte: ”C’è la vita, io la vivo!”. Agli uomini soli: “Stiamo insieme, all’ombra delle ali dell’amore”. Annunciamo che il Vangelo rende liberi. Annunciamolo con la nostra vita, con i nostri occhi sereni, con parole di pace, perché il mondo veda e…creda

 
 

 

 

 

 

 

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