Presentazione di Gesù al tempio. Noto 2 febbraio 2018

NOTO– 02/02/18

La celebrazione comincia in fondo alla navata con la benedizione delle candele e la processione del vescovo con accanto i diaconi, fra cui Fabio.
L’omelia inizia parlando della presentazione di Gesù al Tempio ed il suo essere riconosciuto da parte di Simeone. Parla di attesa… ma attesa di chi? Tutti li in quel tempo attendevano la venuta del messia… ma il Vescovo ci pone una domanda. Noi attendiamo come qualunque altra persona oppure come Simeone o Anna? Sappiamo poi dopo aver riconosciuto Gesù nella nostra vita, portarlo fuori? Siamo veri discepoli? Con i poveri, gli ultimi, i bisognosi? Oppure lo definiamo e lo lasciamo li nel Tempio?
L’omelia si conclude incitandoci ad essere per gli ultimi facendoci umili portando Gesù nelle case del mondo.
Alla fine della Messa, prima della benedizione il Vescovo ha chiesto che un rappresentante di ogni ordine religioso andasse all altare per consegnargli un libriccino da lui scritto, noi abbiamo mandato il nostro Fratello Benedetto.
Si conclude la celebrazione con la Preghiera dei consacrati e delle consacrate che ci ha inviato il nostro Papa Francesco
Cosi sia
Elena

CRONACA DEL RITIRO A FLORIDIA (26-28 GENNAIO 2018)


La cronaca di questi giorni di ritiro a Floridia comincia ben più lontano nel tempo quando noi fratelli di Floridia abbiamo appreso i dettagli del compito che ci era stato affidato: accogliere Bernardo e i fratelli di Canicattini, Catania e Piazza Armerina e, soprattutto, approfondire il tema della solitudine e della depressione per poi condividerlo durante il ritiro.
In quei giorni di organizzazione abbiamo condiviso nella preghiera e nella gioia che da essa scaturisce ogni nostro momento libero. La parte più impegnativa, soprattutto dal punto di vista emotivo e spirituale, è stata capire come affrontare l’argomento “solitudine e depressione”, data la sua delicatezza e complessità. Abbiamo deciso, infine, di ascoltare e aprire il nostro cuore ad alcune persone che non aspettavano altro che di parlare delle loro angosce. Abbiamo così realizzato tre interviste e mentre le ascoltavamo, più e più volte, ci siamo commossi, sconvolti, abbiamo riflettuto e trovato alcune coincidenze con nostre esperienze personali.
Insomma, siamo arrivati più consapevoli ai giorni del ritiro.
Finalmente, nel pomeriggio di venerdì 26 gennaio, Bernardo e i fratelli di Catania e Canicattini arrivano a Floridia, a casa di Aurora, mamma di Carmelo e Giusi. E’ bello ritrovarsi, abbracciarsi, guardarsi negli occhi e condividere la gioia di essere insieme e di pregare insieme.
Recitiamo il Rosario mentre Bernardo si occupa dei colloqui e delle confessioni. Al termine del momento di preghiera, dopo una breve pausa, ci spostiamo in Chiesa Madre per incontrare il parroco, presentarlo a Bernardo e ai fratelli di Catania e Canicattini e definire i dettagli della Santa Messa di Domenica. Il parroco si dimostra accogliente e chiede a Bernardo di presiedere la celebrazione.
Ci spostiamo quindi a casa della signora Cettina, una delle persone che abbiamo intervistato e che è davvero bisognosa di conforto, di compagnia, di ascolto e di preghiera. Bernardo e noi tutti fratelli ascoltiamo il suo racconto, i dettagli, a tratti sconvolgenti, del suo dolore di aver perso un figlio e della sua fede traballante e Bernardo, con la sua pacatezza e profondità spirituale, le suggerisce di rivolgersi alla Madonna nelle sue preghiere, di guardare a lei che comprende il suo dolore perché anche lei è una madre che ha perso un figlio.
Si è trattato di un incontro lungo e intenso dal quale ognuno di noi è uscito con un carico di emozioni e di riflessioni non indifferente.
Si rientra a casa di Aurora e condividiamo la mensa.
Intorno alle 22:30 Bernardo e i fratelli di Catania e Canicattini fanno rientro all’eremo.
Sabato 27 gennaio, di mattina Bernardo e i fratelli di Catania e Canicattini si trattengono all’eremo, noi fratelli di Floridia ultimiamo gli ultimi dettagli per l’accoglienza mentre i fratelli di Piazza si mettono in viaggio per raggiungerci a Floridia.
Così, nel primo pomeriggio, ci incontriamo tutti nella casa di campagna di Giusi e Carmelo, dove saranno ospitati i fratelli e dove si svolgerà buona parte del ritiro. E’ una gioia ritrovarsi con i fratelli, abbracciarsi, chiaccherare.
Dopo un breve momento di sistemazione logistica, iniziamo il ritiro vero e proprio. Io racconto brevemente dei momenti di fratellanza, preghiera e condivisione che abbiamo vissuto noi floridiani durante la preparazione del ritiro, soprattutto nell’affrontare il tema affidatoci. Quindi Bernardo ci saluta e arriva anche il saluto spagnolo di Carlo che benedice il nostro percorso durante il ritiro; preghiamo e iniziamo l’incontro di formazione “La mia esperienza di fratello, figlio, padre, madre, sposo in fraternità. Importanza di un amore profondo e non superficiale”. Bernardo ci legge e illustra gli articoli delle regola francescana che parlano di questo e ci invita a riflettere soprattutto sulla dimensione di non chiusura all’interno della fraternità ma di apertura verso gli altri, verso chiunque abbia bisogno di un fratello, figlio, madre, sposo nel senso più simbolico di questi termini. Segue la risonanza di vari fratelli e certamente emerge che il ruolo più semplice da interpretare è quello di figlio che si lascia confortare e guidare ma che la tappa successiva del nostro cammino è quella di cimentarci negli altri ruoli che richiedono certamente maggiore sforzo, coraggio e, talvolta rinunce. Dobbiamo quindi chiederci se siamo disposti ad avanzare in tal senso nel nostro cammino.
Al termine dell’incontro c’è un momento di fraternità. Noi tutti approfittiamo per conoscerci meglio e approfondire il nostro legame proprio in conformità con quanto abbiamo meditato durante l’incontro di formazione.
Quindi si va a cena e si continua a stare in fraternità anche con un gioco dopo cena: qual è la cosa più bella che vedo in te e mi fa volerti bene?
Passiamo alcuni momenti in serenità e poi ci diamo la buonanotte e appuntamento per l’indomani mattina.
Domenica mattina noi di Floridia raggiungiamo i fratelli ospiti in campagna da Carmelo e Giusi. Dopo la preghiera dell’Angelus, facciamo colazione e ci prepariamo alla preghiera del mattino durante la quale Alice medita un passo del Vangelo di Marco (Mc 4,35-41). E’ stato un momento molto intenso per tutti noi. Il fulcro della meditazione di Alice è quando lei dice di avere capito e provato sulla sua pelle che la vera fede arriva quando tutto è perduto e quando ci si abbandona completamente alla volontà di Dio. Non chiediamo sempre a Dio di fare la nostra volontà ma, in pieno atto di fede, abbandoniamoci alla sua volontà. Alla fine della meditazione Bernardo ci propone di fare ciascuno una riflessione e una preghiera al Signore e così facciamo a turno, chiedendogli di ascoltarci.
Segue un breve momento di fraternità e poi tutti pronti per la Santa Messa.
Arriviamo in Chiesa Madre con le nostre casacche che i parrocchiani osservano incuriositi e forse anche un po’ scettici. Poi inizia la celebrazione. Bernardo presiede la Messa. Il momento dell’omelia è il più intenso. I banchi della Chiesa sono occupati prevalentemente dai bambini del catechismo e allora Bernardo sceglie di rivolgersi a loro con parole ed esempi semplici ed efficaci. Ed in quel momento sento e vedo che la comunità parrocchiale si apre, i bambini ascoltano, padre Lo Terzo sorride compiaciuto. Poi arriva il momento del Padre nostro, recitato tenendoci per mano, dello scambio della pace in cui ci cerchiamo e ci abbracciamo, dell’Eucarestia e gli occhi di qualche parrocchiano si riempiono di lacrime.
Cosa vuol dire questo? Mi chiedo e mi rispondo che essere presenti e tangibili fa parte del nostro cammino, anche del mio che muovo ancora i primi passi in questa meravigliosa avventura.
Finita la Messa, purtroppo dobbiamo lasciare velocemente la Chiesa perché sta per celebrarsi un funerale.
Ritorniamo in campagna e condividiamo nuovamente la mensa, stavolta arricchita dagli auguri, anche dolci, a Felice per il suo compleanno.
Dopo pranzo arriva il momento della presentazione del tema assegnato a noi floridiani. Abbiamo preparato l’ascolto di due interviste a persone malate di depressione e le abbiamo legate alla lettura di alcuni Salmi che ci sono sembrati pertinenti alle storie che abbiamo ascoltato. Qualche intoppo tecnico, per il quale facciamo il nostro mea culpa, ha ritardato il momento dell’incontro. Durante esso abbiamo ascoltato queste due testimonianze molto diverse tra loro per la causa dell’insorgere della depressione, per la reazione della persona depressa e di quelle che la circondano e, soprattutto, per l’ approccio alla fede. Ne è seguito un lungo e intenso dibattito, anche grazie all’intervento di Giusi Lo Bello che aggiunge delle considerazioni di natura medica e scientifica. Certamente la fraternità esce da quest’incontro più consapevole del problema e di come possa aiutare le persone malate di depressione: stando ad esse accanto, spesso nel silenzio, non forzandole a nulla, neanche alla preghiera o alla ricerca del dialogo con Dio. Significativo è stato l’esempio proposto da Giusi Lo Bello e che mi echeggia ancora dentro : non posso chiedere ad un paralitico di scalare l’Everest. Potrà forse scalare una parete solo quando avrà rinforzato le proprie braccia.
E noi, dunque, cosa possiamo fare per queste persone? Fare sentire la nostra presenza.
L’incontro si dilunga e alla fine di esso quasi tutti i fratelli hanno necessità di tornare a casa.
Ci salutiamo e ci abbracciamo dandoci un arrivederci ai prossimi momenti di incontro.
Bernardo e alcuni fratelli che faranno ritorno all’eremo si fermano ancora con noi floridiani per la cena. Dopo cena Bernardo fa alcune confessioni e colloqui e gli altri chiaccheriamo e cantiamo con i più giovani.
E’ arrivato il momento di salutarci e darci appuntamento per i prossimi giorni all’eremo dove ci raggiungerà Carlo.

stefania

C’é posto per tutti

É proprio vero….tra le braccia di Dio c’é posto per tutti.

“Noè si ubriacava
Mosè era balbuziente
Abramo era bugiardo
Sara era impaziente
Giacobbe era imbroglione
Giuseppe era ambizioso
Balaam faceva l’indovino (a pagamento)
Gedeone era pieno di paure e pretese
Sansone era un…debole
Rut era straniera
Anna era disperata
Saul era invidiose
Davide era adultero
Salomone era infedele
Elia era irruente e focoso
Tobi era cieco
Giobbe aveva pessimi amici (e moglie petulante)
Isaia si sentiva perduto e impuro
Geremia si sentiva tradito e abbandonato
Ezechiele era migrante
Osea aveva sposato una prostituta
Amos non era profeta (né aveva voglia di farlo)
Giona era un perfetto disobbediente
Israele non contava niente
Zaccheo era basso
Tommaso era dubbioso
Pietro era impulsivo
Paolo era assassino
Matteo rubava alla grande
Lazzaro era morto
Maria era una ragazza qualsiasi…
E chissà quanto questa lista potrebbe continuare fino ai giorni nostri.
Ebbene, se Dio si è servito di ognuna di queste persone, sicuramente può chiamare anche te…

(A. Cencini, “Io ti ho scelto”)

Un giorno speciale. 22 sett 2017

 

Ore 20:00. È già silenzio prima dei vespri.

Questa sera l’aria respira di buono, di unico.
E mentre i grandi iniziano a pregare in cappella, i ragazzi aiutano i bambini a gonfiare palloncini ed appendere festoni in refettorio.
 
Nel cuore di tutti, presenti e non, stasera ci sono tre persone. Nelle preghiere riecheggiano i loro nomi
       Carlo, Bernardo, Rosario
È un giorno speciale!
 
Fra Carlo e Fra Bernardo festeggiano il 5° anno di ordinazione sacerdotale.
Cosa c’è di più bello di pregare per la persona che ti ha fatto conoscere la bellezza della fraternità, la dolcezza di un abbraccio, la semplicità di amare?
Eppure…qualcosa c’è!… sapere che tuo figlio compie gli anni proprio in quel giorno!
Inevitabilmente pensi che quel bimbo è nato sotto una buona stella! E che quella meravigliosa comunità possa diventare la sua famiglia, i suoi fratelli.
 
Un Ave Maria musicata da Fabio fa vibrare i cuori di tutti. Alla Mamma si affidano i figli, solo Lei conosce i loro cuori e sa di cosa hanno bisogno nella loro vita…
           Carlo, Bernardo,Rosario
Cosa desiderare se non la santità?
O semplicemente il dono di vivere ogni giorno con la gioia nel cuore, di essere felici per quello che si ha e non disperare mai per quello che non si ha.
 
Poi la foto di rito da condividere con chi è lontano e da imprimere nella memoria di chi è presente. 
 
Dopo la preghiera, la cena. Un bellissimo bouquet di palloncini creato dai ragazzi dedicato a Rosario.
 
  (Quando ho proposto di festeggiare Rosario in fraternità la voce quasi tremava… era un passo importante, una dichiarazione d’amore verso la famiglia che abbiamo scelto per festeggiare il terzo compleanno del nostro terzogenito. Un timido messaggio di Angelo inviato privatamente a Fra Carlo chiedeva di poter festeggiare…arriva una risposta ancor prima pubblica che privata… Fra Carlo informa tutti che venerdì 22 dopo i vespri si festeggerà il compleanno di Rosario…
Ero felice, gli occhi sgranati, il cuore grato!)
 
La magia della fraternità. Tanta umiltà, nessuno lì per giudicare, criticare o condannare; solo accoglienza, calore, gioia e condivisione. Tutto nella massima semplicità.
 
Quanto affetto per noi e per il nostro piccolino che, con dolcezza, scartando i meravigliosi regali, dice: “Grazie a tutti”
Non c’è sacrificio, non c’è stanchezza, non c’è follia che non faresti per loro…
 
Festeggiare il compleanno di Rosario all’Eremo è stata la cosa più bella che potessimo fare.
 
Grazie Carlo.
 
Auguri piccolo amore mio 💙
 
Elvira Branchè
Simpatizzante Francescana 😊
 
 

Festa di Santa Maria degli Angeli

 

il 2 agosto é stata la solennitá della Titolare della nostra Fraternità, SANTA MARÍA DEGLI ANGELI. Pubblico la breve ma profonda riflessione che ci ha regalato Angelo Grasso. La pace a tutti

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Ricordo che in quel giorno, e fino alla domenica successiva, tutte le confessioni ben fatte saranno accompagnate dalla Indulgenzia Plenaria per un privilegio speciale che ebbe il nostro Padre san Francesco dal Papa regnante. Le condizioni: confessioni, Eucaristia, preghiera per il Papa e la Chiesa.

 

“… e non pretendere che gli altri siano cristiani migliori”……. Diceva ai frati: “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancora più abbondante nel vostro cuore. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà e alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture e richiamare gli smarriti. Molti infatti, che ci sembrano membra del diavolo, un giorno saranno discepoli di Cristo” (FF 1469)

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